STEP BY STEP | La scelta quotidiana di Francesca Porcellato
Dire Francesca Porcellato o dire Rossa Volante è equivalente: chi segue le discipline paraolimpiche sa che si sta parlando di una grande donna e di una straordinaria atleta. Potremmo aggiungere Vulcanica Rossa Volante, perché dentro l’essere umano Francesca brucia un fuoco dirompente, un magma pieno di energia che riversa nelle numerose cose che fa.
Il suo animo sensibile incoraggia chi vive lo stesso o simile disagio e il suo cuore felice dispensa sorrisi a chi la ferma per salutarla, a chi corre a fianco a lei, allo speaker che commenta la gara mentre lei supera veloce il traguardo, lasciando un riflesso di rossi capelli [da qui l’appellativo] . E poi c’è il suo spirito focoso e determinato, un modo di essere che la spinge verso orizzonti senza limiti, consapevole che ogni prova è un mezzo per avvicinarsi all’obiettivo, che la strada per raggiungerlo è impegnativa e arricchente al contempo.
Superare certi confini è solo una questione di punti di vista. A chi verrebbe in mente di dire «la mia prima carrozzina mi ha regalato la libertà»? A lei, Francesca Porcellato. Questa donna, allora bambina, scelse di fare a meno dei tutori, che le consentivano di muoversi ma lentamente spingendo un carrellino, per sedersi e sostituire le proprie gambe con due ruote… due ruote che (finalmente) le avrebbero permesso di correre, di andare veloce, sempre più veloce!
Corro, ergo sum. Questo è frullato nella testa di quella bambina che a 6 anni ha sognato di diventare un’atleta, a 16 è entrata nella Nazionale paraolimpica, a 18 vince il suo primo Oro nei 100 metri a Seoul (1988) e a 48 vanta 13 medaglie, di cui 3 ori in dieci edizioni dei Giochi Paraolimpici, in tre sport diversi quali atletica, sci da fondo e handbike. La Gazzetta dello Sport l’ha presentata alla recente manifestazione di Trento così: “è l’unica italiana ad aver vinto ai Giochi estivi e invernali, e vanno aggiunti i successi a Mondiali ed Europei. Ma i numeri non dicono tutto di una campionessa unica e inimitabile, straordinaria ambasciatrice del movimento paraolimpico. Francesca è un vanto italiano nel mondo”. Una settimana dopo Francesca otteneva un altro importante risultato vincendo il Giro d’Italia 2018!
Cosa significa, quindi, step by step per Francesca Porcellato? Vuole dire costanza e tenacia, allenarsi tutti i giorni in vista di un traguardo. Ci confida che questo slogan le piace anche perché lei è come una formichina, procede a piccoli passi mirando a grandi risultati, ciò le permette un’attenta programmazione e le dà un senso di ciclicità. Lei ama correre ed è sempre pronta a rimettersi in gioco, a prepararsi per nuove sfide: i Mondiali in Olanda a settembre 2019 e poi le Olimpiadi di Tokyo 2020. Un passo dopo l’altro significa anche essere felici ogni giorno e a sentire lei si ha davvero la percezione che tutto ciò sia possibile.
Eppure, sono tante le difficoltà nella vita quotidiana (il barattolo del caffè nello scaffale più alto, cinque scalini prima di un’entrata o una pedana che non è stata fissata al palco in cui devi salire, così la ruota della carrozzina -cioè un piede- si incastra e tu, che sei abituata a fare tutto da sola, devi chiedere aiuto). Ma lei è allenata a questi imprevisti-disagi, negli anni Ottanta la disabilità veniva vista come un tabù o una “sostanziale differenza” tra un noi e un loro, non se ne parlava [i social network, in questo, sono stati utili] e non c’erano i testimonial che ci sono oggi; Francesca ha superato il concetto di “diversità”, teme siano più pericolose le barriere mentali che quelle architettoniche, lo ha fatto sin da piccola grazie alla sua famiglia: non l’hanno mai considerata diversa e le hanno insegnato che «puoi fare tutto». Dopo la carrozzina, il secondo regalo più bello è stato una macchina da cucire, ma questa è un’altra storia :-)